Instore radio e commitment musicale


Vi è mai capitato di entrare in un negozio e restarci di più perché la musica di sottofondo vi piaceva, vi coinvolgeva, vi motivava a restare? Secondo l’esperto di marketing Julian Tresure la musica fa aumentare le vendite del 30%, come illustra nel suo libro Sound Business. Le canzoni e le musiche negli store non sono casuali e s’intonano con lo stile del prodotto, con l’immagine dell’insegna e con i gusti del target a cui si rivolgono. Per esempio, musica dance nei negozi più trendy, musica moderna nei punti di vendita destinati all’arredamento, ritmi hip-pop per i magazzini di abbigliamento per teenager.

“Retailtenment” e marketing sensoriale.


Il concetto di “retailtenment” definisce la teatralizzazione del punto vendita finalizzato al coinvolgimento del cliente, il suo piacere, la canalizzazione della sua fedeltà allo “store brand”. Il marketing sensoriale attraverso stimoli tattili, olfattivi, visivi ed uditivi cerca di rendere l’esperienza d’acquisto: UNICA, LUDICA e IRRAZIONALE.
Il Prof P. Kotler afferma: “Il primo passaggio per creare “l’esigenza” è quello di creare il “bisogno”. Il bisogno per un bene secondario, soprattutto quando tale bene è di largo e generale consumo, è l’induzione ad un procedimento d’acquisto irrazionale.” Studi scientifici hanno evidenziato che la musica stimola il cervello interagendo con le tre principali zone talamiche che sono alla base delle emozioni, che diventano meno regolabili dalla ragione e pertanto meno coscienti.